Partita IVA forfettaria: cos’è, vantaggi e svantaggi

Se stai considerando di avviare un’attività in proprio, probabilmente hai sentito parlare della Partita IVA forfettaria. Questo regime fiscale agevolato offre numerosi vantaggi, ma comporta anche alcuni limiti e obblighi. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cos’è la Partita IVA forfettaria, i suoi vantaggi e svantaggi, e come può influire sulla tua attività.

Cos’è la partita IVA forfettaria

La Partita IVA forfettaria è un regime fiscale introdotto in Italia con la Legge 190/2014, entrata in vigore il 1° gennaio 2015. Questo regime è stato progettato per semplificare la gestione fiscale e ridurre il carico tributario per piccoli imprenditori e liberi professionisti. Il nome “forfettaria” deriva dal fatto che le spese deducibili sono calcolate in modo forfettario, cioè con una percentuale fissa in base al tipo di attività svolta.

Requisiti per accedere al regime forfettario

Per poter accedere al regime della Partita IVA forfettaria, è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici:

  • residenza in Italia: il titolare deve essere residente in Italia.
  • limite di fatturato: non bisogna superare gli 85.000 euro di fatturato annuo.
  • nessuna partecipazione in altre società: non si deve possedere partecipazioni di controllo in società di persone o di capitali che operano nello stesso settore.
  • reddito da lavoro dipendente: se si è anche lavoratori dipendenti, il reddito annuo non deve superare i 30.000 euro.

Vantaggi della partita IVA forfettaria

Il regime forfettario offre numerosi vantaggi, che lo rendono una scelta attraente per molti piccoli imprenditori e liberi professionisti.

Tassazione agevolata

Uno dei principali vantaggi è la tassazione agevolata. Per i primi cinque anni, l’imposta sostitutiva è pari al 5%, mentre dal sesto anno in poi passa al 15%. Questo rappresenta un notevole risparmio rispetto alle aliquote IRPEF previste per altri regimi fiscali.

Semplificazioni amministrative

Il regime forfettario prevede diverse semplificazioni amministrative:

  • esenzione dall’IVA: non è necessario applicare l’IVA sulle fatture emesse, né versarla o dichiararla
  • nessun obbligo di registrazione dei corrispettivi: non è necessario tenere i registri dei corrispettivi, delle fatture emesse e delle ricevute
  • esenzione dagli studi di settore: non si è soggetti agli studi di settore e ai parametri

Contributi previdenziali

I contributi previdenziali sono calcolati in modo agevolato. Gli artigiani e i commercianti pagano un minimale contributivo più una quota variabile sui ricavi extra, mentre i liberi professionisti versano una percentuale fissa alla Gestione Separata INPS o alla cassa di riferimento.

Svantaggi della partita IVA forfettaria

Nonostante i numerosi vantaggi, la Partita IVA forfettaria presenta anche alcuni svantaggi che è importante considerare.

Limiti di fatturato

Il principale svantaggio è il limite di fatturato. Non bisogna superare gli 85.000 euro di ricavi annui. Se si supera questa soglia, si deve passare al regime ordinario nell’anno successivo, con tutte le relative complicazioni amministrative e fiscali.

Spese non deducibili

Nel regime forfettario, non è possibile dedurre tutte le spese professionali come avviene nel regime ordinario. Si applica invece un coefficiente di redditività basato sul codice ATECO dell’attività, che determina la percentuale di spese deducibili.

Assenza di deduzioni per buoni pasto

I titolari di Partita IVA forfettaria non possono beneficiare delle deduzioni fiscali per i buoni pasto, a differenza di chi opera nel regime ordinario. Questo può rappresentare un costo aggiuntivo per chi lavora spesso fuori sede.

Come aprire una partita IVA forfettaria

Aprire una Partita IVA forfettaria è un processo relativamente semplice e può essere fatto anche autonomamente.

Procedura per liberi professionisti

Per i liberi professionisti, è sufficiente:

  1. inviare il modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate
  2. iscriversi alla cassa previdenziale di riferimento o alla Gestione Separata INPS

Procedura per artigiani e commercianti

Per gli artigiani e i commercianti, la procedura è un po’ più complessa:

  1. inviare la ComUnica per iscriversi alla Camera di Commercio, alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS e all’INAIL
  2. inviare la SCIA al comune di residenza per dichiarare l’inizio dell’attività

Costi di una partita IVA forfettaria

I costi per aprire e mantenere una Partita IVA forfettaria variano in base al tipo di attività e alle scelte personali.

Costi di apertura

  • liberi professionisti: l’apertura è praticamente gratuita se si fa tutto da soli. Se ci si affida a un commercialista, il costo può essere di circa 200 euro.
  • artigiani e commercianti: oltre ai costi di apertura (circa 300 euro per bolli e pratiche), è consigliato appoggiarsi a uno studio commercialista, con un costo aggiuntivo di circa 200 euro.

Costi di mantenimento

I costi fissi includono:

  • imposte e contributi previdenziali
  • bolli per le fatture
  • canone per la fatturazione elettronica

Obblighi per la partita IVA forfettaria

Anche se il regime forfettario offre molte semplificazioni, ci sono comunque alcuni obblighi da rispettare:

  • fatturazione elettronica: dal 1° luglio 2022, anche i titolari di Partita IVA forfettaria sono tenuti a emettere fatture elettroniche.
  • versamento dei contributi previdenziali: devono essere versati alla cassa di riferimento o alla Gestione Separata INPS.
  • dichiarazione dei redditi: è comunque necessario presentare la dichiarazione dei redditi annuale.

Partita IVA forfettaria e lavoro dipendente

È possibile avere una Partita IVA forfettaria e contemporaneamente essere lavoratori dipendenti o pensionati, a patto che il reddito annuo da lavoro subordinato o pensione non superi i 30.000 euro. Questo permette una flessibilità maggiore per chi vuole avviare un’attività parallela.

Partita IVA forfettaria e NASpI

Anche la Partita IVA forfettaria è compatibile con la NASpI, l’indennità di disoccupazione. Tuttavia, è necessario che il precedente impiego sia terminato per licenziamento o fine del contratto e che siano stati versati almeno 13 mesi di contributi negli ultimi quattro anni.

Differenze tra regime ordinario e forfettario

La Partita IVA forfettaria presenta diverse differenze rispetto al regime ordinario:

  • tassazione: nel regime forfettario si paga un’imposta sostitutiva del 5% o del 15%, mentre nel regime ordinario si applicano le aliquote IRPEF
  • IVA: nel regime forfettario non si applica l’IVA, mentre nel regime ordinario sì

deduzione delle spese: nel regime forfettario si applica un coefficiente di redditività, mentre nel regime ordinario si possono dedurre tutte le spese professionali